mercoledì 14 gennaio 2009

sottrarre vestiti dallo staccapanni è reato






Lo potete vedere nelle città.



Un grande contenitore verde adibito alla raccolta degli abiti dismessi, da destinare alle persone bisognose.
Si chiama " Lo Staccapanni".



Il nome deriva da una favola di Gianni Rodari ( Il Paese con l'Esse davanti) che, per rendere omaggio allo scrittore, voglio riportare per esteso alla fine di questo post.



In realtà lo Staccapanni non è solo un contenitore, ma un progetto della Caritas Diocesana di Genova e di altre Province, che si propone di :



- educare al rispetto dell'ambiente, attraverso la raccolta differenziata in appositi cassonetti






- educare al riuso e al contenimento dello spreco, stimolando una gestione critica dei consumi






- educare alla condivisione delle risorse, favorendo una visione solidale dei bisogni






- promuovere il lavoro debole, attraverso inserimenti protetti nel ciclo di lavoro, dallo svuotamento del cassonetto allo smistamento degli indumenti






- incentivare il volontariato, inserito nelle varie fasi del ciclo di lavoro






- sostenere la solidarietà, attraverso il finanziamento ad attività, servizi e progetti sociali.

Ultimamente, molto spesso, si vedono persone che, impunemente, sottraggono vestiti da questi contenitori.
Gli stessi soggetti, successivamente, dopo averli selezionati, rivendono i capi di abbigliamento usati, di cui si sono impossessati, in mercati abusivi.
Una sorta di guerra dei poveri, nella quale rimangono inevitabilmente sconfitti i poveri onesti, i quali, invano, attendono i vestiti dalla Caritas.
La sottrazione dei vestiti usati dai contenitori della Caritas configura il reato di furto aggravato.
L'aggravante è costituita dalla esposizione alla pubblica fede, per destinazione, dei contenitori.
Se, poi, il ladro si avvale anche di un bastone uncinato od altro strumento fraudolento, per riusicre ad estrarre i vestiti dal raccoglitore, il furto diventa pluri-aggravato.


Il Paese con l'Esse davanti


Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore. Viaggia e viaggia, capitò nel paese con l'esse davanti. - Ma che razza di paese è? - domandò a un cittadino che prendeva il fresco sotto un albero. Il cittadino, per tutta risposta, cavò di tasca un temperino e lo mostrò bene aperto sul palmo della mano. - Vede questo? - E' un temperino. - Tutto sbagliato. Invece è uno "stemperino", cioè un temperino con l'esse davanti. Serve a far ricrescere le matite, quando sono consumate, ed è molto utile nelle scuole. - Magnifico, - disse Giovannino. - E poi? - Poi abbiamo lo "staccapanni". - Vorrà dire l'attaccapanni. - L'attaccapanni serve a ben poco, se non avete il cappotto da attaccarci. Col nostro "staccapanni" è tutto diverso. Lì non bisogna attaccarci niente, c'è già tutto attaccato. Se avete bisogno di un cappotto andate lì e lo staccate. Chi ha bisogno di una giacca, non deve mica andare a comprarla: passa dallo staccapanni e la stacca. C'è lo staccapanni d'estate e quello d'inverno, quello per uomo e quello per signora. Così si risparmiano tanti soldi. - Una vera bellezza. E poi? - Poi abbiamo la macchina "sfotografica", che invece di fare le fotografie fa le caricature, così si ride. Poi abbiamo lo "scannone". - Brrr, che paura. - Tutt'altro. Lo "scannone" è il contrario del cannone, e serve per disfare la guerra. - E come funziona? - E' facilissimo, può adoperarlo anche un bambino. Se c'è la guerra, suoniamo la stromba, spariamo lo scannone e la guerra è subito disfatta. Che meraviglia il paese con l'esse davanti.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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ciau