mercoledì 16 luglio 2008

Aranzulla e le aranzullate


L'Enfant Prodige di Mirabella Imbaccari balza nuovamente agli onori della cronaca.

Dopo lo straordinario successo dei suoi libri e le apparizioni in TV, il nostro blogger ed esperto di sicurezza informatica, ha coniato un termine, oramai entrato nel linguaggio comune.

Il Termine in questione è ARANZULLATA, i cui significati sono:

  1. Castroneria, stupidaggine, sciocchezza, idiozia, banalità
  2. cosa risaputa pubblicizzata ai media come scoperta eccezionale
  3. non dire aranzullate= non dire cavolate
  4. hai scoperto una aranzullata= non hai scoperto nulla che già non si sapesse
  5. hai scoperto il bug di Aranzulla= non hai scoperto nulla.

L'eccentrico e modesto Blogger ha chiesto a Google il copyright ed il pagamento dei diritti d'autore per l'invenzione della parola. Ogni volta che su Internet verrà utilizzata la parola ARANZULLATA, il giovane Siciliano guadagnerà 0,01 centesimi di euro.

L'Enciclopedia Tre Cani ha pagato 50,000 euro, quale compenso per la rivelazione di questo bug della Lingua Italiana, all'Aranzulla , ai fini dell'inserimento della parola nel prossimo dizionario 2008-2009 della Lingua Italiana.

Sinceri Auguri al giovane blogger per questa nuova genialata!!!!!!

domenica 6 luglio 2008

il fattore F (ovvero come essere fortunati)



Fortuna e sfortuna sono due facce della stessa medaglia.




Se, guidando l'auto, si buca una ruota, lo sfortunato esclama "Che sfortuna, proprio a me doveva capitare di forare una ruota!";


il fortunato, sorridendo, grida "Che fortuna! Ho forato solo una ruota!".




I fortunati vedono il bicchiere mezzo pieno gli sfortunati lo vedono mezzo vuoto.







Siamo noi stessi che decidiamo se essere dei Gastone ( paperi fortunati nati con la camicia) o dei Paperino ( paperi sfortunati fino all'ultima penna della coda).

Adesso voglio svelarvi i quattro segreti dello pscicologo inglese Wiseman per diventare fortunati.

Principio numero 1:

Cogliere al volo le opportunità offerte dal caso.

I fortunati creano, notano e afferrano le opportunità fortuite della vita. Perchè i fortunati incontrano persone piacevoli alle feste e trovano le occasioni per cambiare in meglio le situazioni? Wiseman individua nella personalità uno degli aspetti che più distinguono i fortunati dagli sfortunati. Secondo la teoria dei Big Five la personalità è comporsta da 5 tratti:
coscienziosità (il grado di autodisciplina, di forza di volontà)
gradevolezza (disponibilità ed empatia verso il prossimo)
estroversione (chiaro, no?)
nevroticismo (livello di ansia, nervosismo)
apertura mentale (disponibilità verso nuove esperienze)

Secondo le ricerche di Wiseman nell'analisi de i primi due punti non si notano grosse differenze, cosa che invece avviene per gli altri tre.

estroversione:

I fortunati sono più estroversi: conoscono tante persone, sono magneti sociali (cioè attraggono di più), si tengono in contatto con gli altri. Il ragionamento che fanno è quello che è meglio cercare di incontrare persone interessanti piuttosto che annoiarsi da soli. Più persone si conoscono, più aumentano le possibilità di fare incontri interessanti: i fortunati costruiscono e alimentano una solida "rete della fortuna", data da numerose conoscenze. Questa maggiore disponibilità alla nuove conoscenze, associata al fatto che si aspettano incontri positivi, ne influenza il linguaggio del corpo: un viso più rilassato, sorridente, uno sguardo più diretto, una maggiore apertura. Questo atteggiamento influisce appunto sul magnetismo sociale, cioè le persone sono più attratte da altri individui "disponibili", che si comportano in questo modo.Conoscono le persone, le attraggono e mantengono il rapporto:ecco come si creano e si colgono le oppurtunità.

nevroticismo:
I fortunati hanno un atteggiamento più rilassato verso la vita. Questo influisce, oltre che sulla salute, anche sulla capacità di notare le occasioni che si presentano. Ricerche scientifiche hanno dimostrato come un alto livello di stress e ansia influisca sulla concentrazione: per questo spesso una persona non nota quello che succede intorno e, di conseguenza, nemmeno se vi è una oppurtunità favorevole. I fortunati sono più sereni e notano queste cose. Non si aspettano di incappare in determinate opportunità, ma non essendo ansiosi e avendo la testa libera (sono io, eh?), se ne accorgono quando ci sono. Vedono quello che c'è, anziche cercare quello che vogliono vedere.
apertura mentale:

Semplicemente i fortunati sono aperti alle nuove esperienze. Si lanciano, sperimentano, provano e sui numerosi tentativi quelli che vanno bene più che compensano quelli andati male, che nella loro testa vengono immediatamente classificati come ininfluenti.

Principio numero 2:

Seguire l'istinto

I fortunati usano e seguono le intuizioni e il "sesto senso". Secondo la psicologia il presentimento si basa sul concetto di familiarità: il nostro subconscio memorizza fatti, situazioni e sentimenti che spesso a livello conscio non notiamo, ma che sono presenti. Non sappiamo quindi ne come ne quando, ma associamo una scelta o una persona a qualcosa di già visto o provato: per questo motivo le intuizioni, i presentimenti sono spesso corretti e e affidabili. Questi presentimenti sono tipici riguardo le persone, ma spesso anche sulle situazioni, basti pensare ai famosi sensi di dejavu. Proprio perchè vi fanno molto affidamento, si danno anche da fare per potenziarlo. Le tecniche usate sono nella sezione esercizi, ma si può anticipare che la più comune è quella della meditazione, non intesa solo in senso orientale, ma anche come semplice "liberazione" della mente da tutti i pensieri superflui.

Principio numero 3:

Essere ottimisti:

I fortunati si aspettano che tutto vada bene. Sempre. Dalla psicologia (e anche dall'esperienza) sappiamo che le nostre attese hanno un notevole impatto sui nostri pensieri, sentimenti e azioni. Questo prefigurare il futuro, che per i fortunati è roseo e per gli sfortunati nero, si definisce profezia autoavverante. Le profezie autoavveranti incidono su molti aspetti della vita quotidiana (salute, relazioni con gli altri, lavoro) e per la maggior parte delle tempo: a cosa pensiamo sempre?A come andranno le cose. Gli sfortunati sono convinti che le circostanze propizie svaniranno presto e che il domani continuerà ad essere cupo e grigio. I fortunati invece accantonano gli eventi sfortunati come semplici incidenti di percorso, come effimeri e transitori e, cosi facendo, conservano l'ottimismo iniziale.
I fortunati cercano di raggiungere i loro obiettivi anche se le possibilità di riuscita sono scarse e non si arrendono di fronte ai fallimenti. Gli iellati sono cosi convinti di fallire che spesso non provano nemmeno a raggiungere i propri obiettivi (non studiare per l'esame, non conoscere una persona supponendo che sia antipatica) e questo atteggiamento tramuta le attese in realtà. Gli sfortunati sono più ansiosi, come già detto in precedenza, e hanno maggiori difficoltà a concentrarsi su ciò che stanno facendo e spesso pensano ad affanni e problemi anzichè a quello che sta accadendo intorno
I fortunati si aspettano che le interazioni con gli altri siano propizie e vantaggiose. Le profezie autoavveranti hanno influenza sull'atteggiamento che hanno verso gli altri, come detto prima parlando del linguaggio del corpo. Wiseman fa un esempio molto chiaro: immaginate di andare a un appuntamento al buoi, dicendovi prima che la persona da incontrare è simpatica. Voi andrete abbastanza rilassati e convinti di passare una bella serata, quindi ben disposti, allegri. Con questo atteggiamento sarà più facile parlare e comunicare in modo positivo. Se vi avessero detto che la persona da incontrare era antipatica, sarebbe cambiato tutto, no?
Principio numero 4:

Trasformare la sfortuna in fortuna:

Non è che ai fortunati vada sempre tutto bene, anzi. Il fatto è che riescono a vedere il lato positivo della sfortuna, usando il pensiero controfattuale, cioè immaginando cosa di più negativo sarebbe potuto succedere al posto di rimuginare su ciò che è successo davvero. In questo modo viene attuato l'impatto emotivo dell'evento e rafforzata la convinzione di essere stati fortunati. Allo stesso modo quando succede qualcosa di confrontano con le persone che stanno peggio. Un esempio fatto è quello di essere in mezzo a un incidente e di essersi rotto un braccio. Gli sfortunati lo vedono come un colpo di sfiga, i fortunati come un colpo di fortuna (avrebbero potuto subire conseguenze molto più gravi).
I fortunati sono convinti che, a lungo andare, le eventuali sventure si risolveranno nel migliore dei modi: concentrano l'attenzione su vantaggi che hanno tratto dalla situazione negativa, o quelli che potranno trarre in futuro (non mi hanno assunto?troverò un lavoro migliore). I fortunati non ripensano alla sfortuna, il loro modo di ragionare è: se non posso farci niente, non ha senso continuare a preoccuparsi.
Quando le persone ripensano agli aspetti negativi, cominciano a rattristarsi; quando invece si concentrano sugli aspetti positivi si sentono molto più felici. Questo ha influenza sulla memoria, in quanto la psicologia ci insegna che memoria e umore sono in relazione biunivoca.
Il fatto che credano che tutto andrà bene, non significa che lo diano per scontato e non facciano nulla. Anzi, si danno da fare per evitare anche la più piccola sfortuna in futuro, impegnandosi al massimo, tanto sono convinti di riuscire. Gli sfortunati, come già detto, spesso rinunciano in partenza pensando che non ci sia nulla da fare. I fortunati cercano di capire dove hanno sbagliato e correggersi, non dando la colpa solo alla cattiva sorte. Sono infine in grado di applicare delle soluzioni alternative, fantasiose, usando il pensiero laterale, mentre gli sfortunati sono molto più superstiziosi.

sabato 5 luglio 2008

Quku Arjan ricercato per omicidio doloso


QUKU Arjan , albanese di ventidue anni, è ancora ricercato per l'omicidio a Cairo Montenotte di Roberto Siri.
Omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi.
Si suppone che l'albanese sia fuggito all'estero.
L'omicidio era scaturito dopo una lite in una discoteca di Cairo.

NDOI Ylber ricercato per omicidio colposo




Il Killer di Begato ha ora un volto ed un nome e cognome.

Si è riusciti a risalire all'identità grazie alle impronte digitali lasciate sull'auto rubata, abbandonata subito dopo l'incidente in cui ha perso la vita il giovane genovese Andrea Grassi.

NDOI ha ventidue anni, carnagione chiara, alto un metro ed ottanta.
Clandestino e senza fissa dimora.

E' ricercato a Genova, in Italia ed all'estero per omicidio colposo.

Era stato segnalato nelle delegazioni del Ponente Genovese.

Nel caso in cui lo vediate, o vi sembra di riconoscerlo, non esitate a telefonare al 113.

La Procura di Genova modifica l'accusa nei confronti del giovane albanese.

Non più omicidio colposo ma omicidio volontario (dolo eventuale).

Se, infatti, guido senza avere conseguito la patente e sorpasso in curva contromano a 150 km orari, posso prevedere di uccidere qualcuno. Ma se nonostante questa previsione, compio ugualmente la manovra scellerata, accetto il rischio della morte di una persona. Pertanto dovrò rispondere di omicidio volontario e non colposo.
Oltretutto il fatto non è avvenuto nel cuore della notte quando il traffico è scarso o inesistente. Ma alle ore 22.00 di una sera d'estate.

Adesso non resta che prendere il colpevole.